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Tecniche di ripresa e di elaborazione

Le tecniche di ripresa mutano in base alle caratteristiche del soggetto da riprendere.
Prima di iniziare, consultiamo sul computer gli oggetti del profondo cielo che, in quella notte e in quella determinata ora rientrano nella rosa dei più appetibili: l'ascensione retta, la declinazione, l'altezza sull'orizzonte, la magnitudine, l'istante del passaggio al meridiano. Viene quindi stabilito il corretto tempo di posa e definita la configurazione ottica ottimale sulla base delle dimensioni, della luminosità e dell'altezza sull'orizzonte dell'oggetto da riprendere. La condizione ovviamente imprescindibile perchè si possa dare inizio alla sessione osservativa, è l'assoluta bontà del seeing.
Whirpool-M51-NGC5194 Il primo intervento, quantunque il nostro telescopio sia in posizione fissa, è il controllo dello stazionamento alla Polare con il sistema di Bigourdan: la montatura deve inseguire in modo quasi perfetto, per almeno 15-20 minuti, intervenendo con le correzioni il meno possibile. Il bilanciamento di tutto il complesso ottico deve essere curato al... grammo: se, nel corso della nottata, viene cambiato il sistema di ripresa -sia esso il CCD o anche solo per l'aggiunta di un diverso raccordo e/o oculare- che possa causare anche di poco lo sbilanciamento della montatura, azzeriamo tutto e ripetiamo lo stazionamento. Se, inoltre, durante tale operazione spira anche solo un alito di vento, attendiamo pazientemente che questo si calmi; se il vento non cessa, non ci dedichiamo neppure alla ripresa. La cura dedicata alla messa a fuoco del CCD da ripresa può a volte durare anche svariate decine di minuti. La stella deve presentarsi durante tutta la sessione di ripresa sempre perfettamente a fuoco. Annotiamo su un taccuino ogni minima variazione della temperatura, apportando la variazione necessaria al focheggiatore comandato via computer. Tale delicatissima operazione viene effettuata durante il tempo di scaricamento delle immagini: inutile dire che gli occhi sono letteralmente incollati allo schermo del computer. Certamente il fatto di operare in due, rende tutto meno faticoso.
Se, a causa del peso posto sul focheggiatore elettrico, quest'ultimo mostra delle flessioni, altrettanta flessione (incredibile ma vero) la apportiamo al CCD accoppiato al telescopio di guida, che viene più o meno estratto dagli anelli di sostegno.
Helix-NGC7293 Non abbiamo mai ripreso, anche con focali da 3500 mm in su, con guide fuori-asse, ciò anche grazie al fatto che la BRC ha lo specchio primario bloccato e quindi non soffre del fastidioso problema di shift dell'immagine, ben evidente, invece, negli strumenti dotati di messa a fuoco con traslazione dello specchio, come ad esempio i diffusissimi Schmidt-Cassegrain.
L'inseguimento, anche quando viene usata una focale di ripresa superiore ai 4 metri, viene sempre effettuato con un rifrattore di focale compresa tra i 560 e i 700 mm e senza mai l'aggiunta di alcuna lente di Barlow. Ogni singola posa deve contenere la maggior quantità possibile di informazioni: motivo per il quale devono essere dapprima effettuate delle riprese plurime di prova, che vengono normalizzate, sommate o mediate.
Per quanto riguarda le riprese di calibrazione dell'immagine, generiamo almeno 2-3 flat field utilizzando il chiarore del crepuscolo, mentre i 6-7 dark frame non vengono mai realizzati con la chiusura dell'otturatore del CCD (mediante la modalità automatica denominata Autodark), ma solo con telescopio ben tappato: in base alla nostra esperienza, infatti solo col secondo sistema si riproduce un rumore termico perfettamente equivalente a quello della ripresa. Il CCD deve essere portato, prima della ripresa e previo controllo della temperatura esterna, alla minima temperatura possibile, senza tuttavia esagerare, per non causarne la stressatura.
La luminanza è quella a cui dedichiamo la maggiore attenzione, in quanto rappresenta il canale monocromatico che fornisce la luminosità e la risoluzione dell'immagine in quadricromia. Se questa si presenta pressochè perfetta e dettagliata, il più è ormai fatto.
Per il colore in RGB (rosso, verde e blu), sempre secondo la nostra esperienza, non è infatti necessario nè un ottimo seeing, nè un numero di pose eccessivo. A volte ne basta una per colore.
Dopo aver combinato l'RGB, tenuto separato dalla luminanza, e dopo essere intervenuti su quest'ultima con eventuali maschere di contrasto o DDP, le riprese vengono elaborate con MaxIm DL.